6 autori - 6 libri - 6 tappe
della poesia italiana contemporanea
Corso tenuto dal 10 maggio 2021
al 14 giugno 2021
Tornano gli incontri del lunedì del CentroScritture con una proposta volta a ripercorrere la storia recente della poesia italiana contemporanea attraverso sei libri esemplari, che al contempo segnano il culmine di modi e stili diversi, rappresentativi di altrettante correnti della scrittura poetica novecentesca e di inizio millennio, e aprono a possibilità umane e letterarie ancora in gran parte da esplorare. Per alcuni dei sei autori scelti, tutti scomparsi negli ultimi due decenni, si danno quest'anno ricorrenze importanti: Variazioni belliche, testo di esordio di Amelia Rosselli, è stato appena ripubblicato da Garzanti, suo storico editore; di Giovanni Giudici, Andrea Zanzotto e Giuliano Mesa ricorrono i dieci anni dalla morte; e soltanto un anno fa veniva a mancare, dopo una lunga degenza, il friulano Mario Benedetti. Non può esserci allora occasione migliore per tornare ad ascoltare la loro parola, riprendendo in mano testi di straordinario valore per la migliore cultura italiana, analizzandone a fondo la struttura e la poetica, lasciandoci accompagnare in un percorso impervio e suggestivo per fare luce sulle potenzialità inaudite della poesia.
10 maggio
Variazioni belliche (1964)
di Amelia Rosselli
È il primo libro dell’autrice, ed esce – dirompente – in un periodo di grandi innovazioni in tutti i campi della cultura: letterario, artistico, musicale. Variazioni belliche raccoglie testi composti tra il 1959 e il 1961, e il notevole scritto teorico Spazi metrici, illuminante per tutta l’opera di Rosselli, anche successiva. I suoi versi, apprezzati da Pasolini, che aveva formulato per questa scrittura una sorta di “teoria del lapsus” (relativa alle deviazioni dalla norma stilistica), tratteggiano o meglio incidono in modo assolutamente singolare, idiomatico e memorabile un’identità sofferente, anche attingendo a modi di straniamento di matrice surrealista.
Amelia Rosselli (1930-1996)
con Valerio Massaroni
17 maggio
La vita in versi (1965)
di Giovanni Giudici
Un esordio in volume, questo di Giudici, che segna il riaffiorare del discorso personale e quotidiano in poesia, dopo la stagione della neoavanguardia (anzi, per certi aspetti ancora nel pieno di quel clima). Come scrive Franco Fortini, «fra amarezza e impotenza, elementi cattolici, ribellismi anarcoidi e socialistici, cadenze populiste», Giudici riprende e rielabora con «respiro narrativo» un modo “umile” e ironico che era già tratto costitutivo della poesia di Guido Gozzano.
con Valerio Massaroni
Giovanni Giudici (1924-2011)
24 maggio
La beltà (1968)
di Andrea Zanzotto
Andrea Zanzotto (1921-2011)
Dopo l’esordio del 1951, che segnalava nella sua poesia la ricorrenza voluta di forme ermetiche, Zanzotto attraversa e testualizza nei libri successivi un progressivo disfarsi dell’io e del linguaggio. Fino alle due svolte segnate da IX Ecloghe e poi – appunto – da La beltà, libro in cui «il significante non è più collegato a un significato» (come scriveva Stefano Agosti, citato da Pier Vincenzo Mengaldo), e le frasi e le parole – alcune addirittura in forma di petèl, ossia di linguaggio infantile – diventano immediati calchi dei movimenti dell’inconscio.
con Giovanna Frene
31 maggio
Blackout (1980)
di Nanni Balestrini
Nanni Balestrini (1935-2019)
Negli anni, la procedura di composizione del testo in Balestrini è sempre stata legata all'uso del frammento, a radicali spezzature sintattiche, e in particolare all’impiego di materiali riportati, citati, secondo opzioni di montaggio, ripetizione, taglio e collage che non fanno eccezione in Blackout. Questo libro ha tuttavia un'importanza tematica cruciale: si confronta con le delusioni politiche devastanti che marcano la fine degli anni Settanta. Raramente un titolo fu più pertinente.
con Valerio Massaroni
Giuliano Mesa (1957-2011)
7 giugno
Tiresia (2001)
di Giuliano Mesa
Il poemetto, uno dei testi di Mesa più intensi e influenti (soprattutto sulle generazioni successive), nasce nel 2000-2001 e compare inizialmente come legato alla musica di Agostino Di Scipio e agli interventi artistici di Matias Guerra, per poi essere pubblicato in volume da La Camera Verde nel 2008. È costituito da due tipi di testi: “oracoli” e “riflessi”. Cinque i primi e sette i secondi. I primi si confrontano con cinque esempi di orrori della storia, usando un linguaggio teso e quasi espressionistico; i secondi riflettono su quanto detto negli “oracoli” e su quanto è possibile dire, e fare, storicamente, realmente – nella prospettiva di un’etica della scrittura che è la costante di tutta l’opera di Mesa.
con Marco Giovenale
14 giugno
Umana gloria (2004)
di Mario Benedetti
Mario Benedetti (1955-2020)
con Maria Borio
Umana gloria raccoglie materiali che Benedetti aveva pubblicato in riviste, libretti e plaquettes dal 1982, e rappresenta dunque un ritratto fedele dei primi vent’anni di sua produzione. Espone, come scrive Stefano Dal Bianco, «le istanze dell’esistenza contro le istanze della storia», con sguardo freddo e insieme umanissimo, quasi infantile, «la volontà di parlare a nome dei morti e dei non ancora nati», e con la coscienza che non esiste «un centro cui ancorarsi e non c’è nulla che assomigli a una certezza, in primo luogo sulla consistenza del proprio sé».
CORSO TERMINATO